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Oreste Ruggiero

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  ORESTE RUGGIERO

  SANDRO BOTTICELLI MITO E VERITA'

C’è un modo di divulgare l’arte che, se non sbagliato, è riduttivo e depistante: illustrare i singoli avvenimenti artistici come se fossero improvvisamente generati dalla mano dell’artista, grazie alla scuola di appartenenza o al suo genio innato. Insomma indotti all’azione da quella che oggi si acclama come artistica “gestualità spontanea”, che definisco invece  “istinto”. Senza pertanto inquadrare l’opera (e l’artista) nel momento  storico vero, quello della vita, fuori dall’ufficialità; così come non riflettere sulla  profondità del pensiero dell’autore  e sul  motivo  che ha  determinato l’opera, soprattutto non occuparsi d’individuarne il “messaggio”, spesso nascosto.
Questo modo di illustrare l’arte, e conseguentemente di allontanare il grande pubblico dall’arte non è così insolito (al pari del voler trovare “ostinatamente” il senso occulto in ogni opera, anche la più banale). E’ sufficiente a riguardo aprire un libro di storia dell’arte, una guida o frequentare un museo. Oppure ascoltare quelli che si ritengono i depositari della verità della storia dell’arte; una  verità  ormai  diventata “dogma” sulla  quale  non  ammettono ripensamenti, che è affidata esclusivamente a tali “grandi sacerdoti”, una casta pronta a dichiarare, verso chi osa uscire dagli schemi ormai consolidati, l’accusa di  eresia o lesa maestà.
Chi si azzarda a studiare percorsi diversi dal modo classico di leggere le opere, quando va bene, viene considerato “un buon selvaggio” e le persone in genere, anche se interessate all’arte, per paura di confrontarsi con i santoni del nozionismo, e di sfigurare, affermano :  “ Ah, io non mi intendo d’arte, non la capisco…” o peggio ancora: “ L’arte?... Non mi interessa!” .
Questa tendenza va interrotta, prima che i sacerdoti del tempio dell’arte, col loro avvicinarsi all’arte contemporanea, ci facciano intendere di essere aperti al nuovo… Chi sa di politica ben sa che questa (l’aprirsi al nuovo) è la tattica per non recedere fino all’ultimo respiro, se non nell’ apparenza, dalle proprie posizioni.
La ricerca sulle opere mitologiche del Botticelli è approdata a varie interpretazioni, suffragate da ipotesi dimostrative o presunte tali, per  cui  la  Primavera del dipinto  non  è  tale, Venere  non  è Venere, e così via…
Lo studio non è rivolto ad un pubblico specializzato, ma si prefigge di dare una nuova chiave di lettura dell’arte, tuttora debitrice delle opere del Quattrocento, che deve essere patrimonio del grande pubblico e non soltanto degli  “studiosi d’arte”.
Si parla infatti non di tecnica e di sublimi risultati artistici, ma dell’opera eseguita da un “grande artista” e voluta o suggerita da  “grandi mecenati”, nel contesto delle loro vita reale e quindi della loro “umanità”, con  i loro desideri, le loro debolezze, le loro glorie, le loro angosce, le loro sconfitte, ma anche col loro messaggio, ancora vivo.

 

O.R.A.D. Editore
Codice ISBN 9 788897 847083
Costo di copertina €. 25,00
 
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